Mentre i regolamenti e le modalità di autogestione sono gestite da delibere locali, che di chiarezza e completezza ne documentano ben poca, le linee guida per l’assegnazione degli alloggi e i canoni di locazione sono di competenza Regionale.
Qui di seguito, quindi, parleremo di cosa stabilisce la Regione Puglia tramite L.R. 10/2014, consultabile su questo link.
Assegnazione degli Alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica
L’art. 3 al Capo I stabilisce i requisiti necessari per partecipare al bando pubblico comunale di assegnazione degli alloggi:
- bisogna essere cittadini italiani;
- non essere titolari di diritti di proprietà, usufrutto, uso o abitazione di alloggi adeguati al proprio nucleo familiare, indipendentemente dalla località;
- non aver ancora ottenuto l’assegnazione di un alloggio ERP;
- il reddito annuo complessivo del nucleo familiare non deve essere superiore al limite stabilito. Poiché esso varia annualmente con l’andamento economico del nostro Paese, è bene affidarsi a quanto indica il bando a cui si intende partecipare;
- nel caso in cui in passato si sia ottenuto un alloggio assegnato in locazione semplice, esso non deve essere stato ceduto in tutto o in parte;
- il bando può contenere requisiti aggiuntivi, e la Giunta Regionale può a sua discrezione essere maggiormente restrittiva.
L’assegnazione avviene tramite un sistema di graduatorie, dove gli alloggi disponibili sono assegnati ai richiedenti con il punteggio più alto, mentre chi eventualmente dovesse rimanere escluso viene inserito in graduatorie aggiuntive in riserva per assegnare gli alloggi appena se ne presenta la disponibilità. I Comuni possono escludere dall’assegnazione una quantità massima pari al 25% degli alloggi disponibili, per la costituzione di riserva di alloggi in caso di emergenze abitative, ad esempio calamità, sgomberi di proprietà pubbliche, etc.
I punteggi dei partecipanti sono assegnati in base ai seguenti fattori:
- fascia di reddito del nucleo familiare;
- numero di membri del nucleo familiare;
- presenza di minori a carico;
- richiedenti che hanno superato i 65 anni di età;
- formazione della famiglia da più di 2 anni dalla data di presentazione della domanda;
- presenza di disabili nel nucleo familiare;
- l’essere rientrati in Italia per stabilire la propria residenza, inclusi emigrati e profughi;
- richiedente la cui sede lavorativa è situata a più di 40 km dalla residenza corrente;
- richiedenti che abitano in locali impropriamente riutilizzati come alloggio da almeno 2 anni (es. garage, baracche, case mobili, seminterrati, dormitori pubblici, etc.) o locali forniti a titolo precario dall’assistenza pubblica (non è richiesta la necessità dei 2 anni qualora la condizione corrente sia stata causata da calamità, imminente pericolo riconosciuto dalle autorità o sfratto);
- richiedenti che abitano da almeno 2 anni in alloggi antigienici (non conformi con le direttive del Ministero della Salute o privi di servizi igienici), o che per struttura e destinazione originaria non erano inizialmente destinati ad abitazione;
- abitare insieme ad almeno un altro nucleo familiare composto da almeno 2 membri;
- abitare in alloggio sovraffollato rispetto allo standard abitativo;
- richiedenti che devono abbandonare l’alloggio per sfratto (purché non causato da inadempienze o provvedimenti giudiziari, ad esclusione della morosità incolpevole) od ordinanze di sgombero.
La normativa della Regione Puglia stabilisce che il canone deve corrispondere al 3,85% del valore locativo: questo può essere calcolato moltiplicando il costo unitario di produzione per la superficie convenzionale, e aumentando il totale del 30%. Poiché il costo unitario di produzione è basato sulle caratteristiche del luogo in cui si trova l’edificio e la classe demografica del Comune, non è possibile dare dei valori standard. Per la superficie convenzionale invece è più semplice, trattandosi di un gioco di proporzioni tra i vari tipi di superfici dell’alloggio. Volendo, è possibile comunque tentare un calcolo manuale, grazie alle dettagliate istruzioni fornite per entrambe le variabili nel Capo III della L.R. 10/2014.
Il Canone così ottenuto viene poi soggetto ad agevolazioni basate sulla fascia di reddito e la situazione nel nucleo familiare, e il risultato finale è corretto in base all’indice dei prezzi al consumo annuale come indicato dall’ISTAT. Anche questi fattori sono indicati in dettaglio nel Capo III della L.R. 10/2014.
L.S.