Gli animali domestici richiedono una notevole quantità di cure e attenzioni, nonché il necessario addestramento.

Un cane chiuso in un balcone o in un giardino che abbaia tutto il giorno solitamente non è un cane trattato bene, e se a ciò si aggiungono eventuali cattivi odori, la situazione potrebbe essere anche allarmante. Un vicino che non riesce a dormire la notte o riceve sgradite esalazioni dal balcone quindi non sta solo proteggendo i suoi diritti, ma anche se indirettamente lo sta facendo soprattutto per l’animale abbandonato a sé stesso. Entrambe buone ragioni per agire legalmente contro una situazione del genere.

Il problema può essere risolto in due modi: mandare una diffida per chiedere il risarcimento danni è la soluzione più comune, ma ha un costo non indifferente e di una quantità di tempo considerevole; presentare denuncia è molto più veloce ed economico, ma in questo caso si tratta di lesione alla quiete pubblica, e pertanto anche gli altri vicini dovrebbero ricevere disturbo dalla vicenda e testimoniare in tal senso.

Nel caso in cui venga accertato che il danno viene arrecato a un pubblico relativamente ampio, come nel caso della denuncia, con possibilmente l’uso di testimonianze raccolte durante il processo per la diffida, il giudice può decidere a sua discrezione di imporre al proprietario di sistemare adeguatamente l’animale o disporne per esso il sequestro; la Cassazione è chiara al riguardo (sent. n. 54531/2016): se il padrone ha uno stile di vita per cui non può impedire all’animale di continuare ad arrecare disturbo, può essere disposto il sequestro in via preventiva.

Se anche voi vi trovate in questa spiacevole situazione, è assolutamente giusto e consigliabile perlomeno tentare. Il vostro avvocato ha il dovere di informarvi al riguardo della causa che si vuole portare avanti, e deve sconsigliarvi chiaramente di procedere se può essere persa: altrimenti, non va pagato (Cass. sent. 21173/2017), purché facciate attenzione a possibili clausole nel contratto.

L.S.